Arrow è sempre stata una serie ricca d’azione, ma in sette stagioni, pochi episodi possono essere paragonati al ritmo imposto al racconto da The Slabside Redemption che, oltre ad essere paragonabile ad una mini pellicola d’azione, chiude diversi capitoli della trama della stagione, primo tra tutti quello dedicato alla prigionia del protagonista.
Non è la prima volta che gli autori impongono al protagonista, per una ragione o per un’altra, di non indossare i panni dell’eroe a cui lo show è ispirato, ma la prigionia di Oliver Queen, nella fattispecie, si conclude con un bilancio decisamente positivo e non solo perché – almeno per il momento – ci ha liberato dalla minaccia del personaggio di Ricardo Diaz (Kirk Acevedo).
Nonostante molti aspetti di questo episodio, dal punto di vista logico, abbiano infatti lasciato a desiderare, come per esempio la facilità con cui Diaz sia riuscito a corrompere l’unica guardia che lo scortava o, peggio ancora, ad entrare indisturbato in quello che si suppone essere un carcere di massima sicurezza, sembra quasi che gli autori non si siano dati molta pena di rendere il canto del cigno di Diaz credibile in sé per sé, ma abbiano piuttosto prediletto la fluidità visiva a quella narrativa.
Le circostanze in cui il protagonista è stato costretto a vivere negli ultimi mesi gli hanno imposto un approccio molto più fisico negli scontri. Il prigioniero 4587, a differenza di Green Arrow, non ha potuto permettersi il lusso di tenere i propri nemici “a distanza d’arco“, il che ha contribuito a rendere molte delle scene di lotta avvenute all’interno del carcere tanto spettacolari.
In The Slabside Redemption grazie anche ad un uso della camera da presa diverso dal solito, più dinamico e che ci ha regalato punti di vista alternativi, l’asticella delle scene d’azione è stata ulteriormente alzata, un lusso che sicuramente una serie come Arrow può permettersi in gran parte grazie alla fisicità di Stephen Amell e al modo in cui sovrasta gran parte dei suoi avversari, rendendo sempre credibili tutti gli scontri nei quali viene coinvolto.
La puntata non è servita tuttavia solo a chiudere un lungo capitolo durato ben 7 episodi, ma anche – con le scelte fatte da Oliver Queen nelle sue ultime ore da prigioniero – a stabilire ciò che accadrà da qui in avanti nella stagione.
Ancora una volta il protagonista sceglie per esempio di non uccidere Diaz, ma di lasciarlo chiuso nella sua stessa cella dopo averlo accoltellato: quali saranno le conseguenze? Anche ammesso che Diaz non ritorni in un prossimo futuro a cercare di vendicarsi, cosa che ci auguriamo non accada, considerato come l’arco narrativo a lui dedicato sia stato più che sfruttato, ci sono molte persone che potrebbero non essere d’accordo con il fatto che un uomo del suo stampo non sia stato messo nelle condizioni di non nuocere più, primi tra tutti Felicity e William. E sebbene Amell abbia già dichiarato in un’intervista con comicbook che la sua decisione non creerà problemi nel suo rapporto con la moglie, “avrà comunque un incredibile impatto su qualcuno a lui molto vicino” e, considerato cosa abbiamo visto fino ad ora nei flash forward e come il William del presente sia stato allontanato da Felicity per proteggerlo da Diaz, questa persona potrebbe proprio essere il figlio con cui Oliver ha cercato di costruire molto faticosamente un rapporto, giungendo persino alla decisione di rinunciare alla sua vita da vigilante per lui.
Strumentale nella positiva riuscita del piano di Oliver di salvare le guardie del carcere dalla furia omicida di Diaz, è stato anche il personaggio si Ben Turner (Michael Jai White), alias Bronze Tiger, che ci auguriamo di rivedere accanto al protagonista in condizioni meno disperate, casomai proprio come nuovo membro dell’ARGUS e possibile sostituto di Diggle nel caso il Team Arrow torni prima o poi a formarsi.
Anche la fuga di Stanley (Brendan Fletcher), che ha finalmente rivelato la sua vera natura, avrà certamente delle conseguenze per Oliver e colui che ha considerato per un certo tempo un amico ed un alleato nelle mura del carcere, finirà per diventare un autentico incubo per il protagonista in una trasformazione che è stata giocata molto bene dagli autori e che, pur non essendo propriamente una sorpresa, è stata comunque raccontata in maniera valida ed efficace.
Ultimo, ma non ultimo, sarà estremamente interessante vedere gli effetti a lungo termine dell’esperienza vissuta in prigione dal protagonista. Nonostante Oliver abbia dichiarato di non essere cambiato, siamo certi che noteremo presto i segni (e non ci riferiamo solo alle cicatrici) di questa difficile prova: in che modo cambierà l’eroe di domani dopo l’esperienza nello Slabside? Sarà davvero, come ha suggerito da Ben Turner, più completo e migliore? Ed in che misura e maniera Oliver Queen esternerà il trauma di quanto è stato costretto a subire?
L’episodio, non poteva essere altrimenti, si chiude con una nota positiva e con Felicity e Diggle che attendono Oliver fuori dal carcere. L’incontro tra Oliver e Felicity è particolarmente intenso ed i due, pur senza scambiarsi nemmeno una parola, finiscono inevitabilmente uno nelle braccia dell’altra, sostenendosi e supportandosi come questa solida coppia è sempre riuscita fare, nonostante tutto e tutti.
La settima stagione di Arrow va in onda negli Stati Uniti ogni lunedì su The CW.