Black Lightning è una serie delicata da recensire, a maggior ragione per qualcuno che non vive negli Stati Uniti e che, per quanto informata, ha una visione della separazione tra mondo dei bianchi e delle persone di colore che non potrà mai davvero cogliere fino in fondo il problema razziale. Se fosse anche solo possibile provare a descrivere, per esempio, l’atmosfera della Ballroom 20 al San Diego Comic-Con, in occasione della presentazione dello show, capireste ciò che intendiamo.
Questo non è uno show di supereroi come gli altri, non è nemmeno lontanamente concepito con il solo innocente intento di intrattenere, né tanto meno è annoverabile tra le serie di supereroi che imperversano in televisione (con l’eccezione evidente di Luke Cage). Proprio come l’eroe da cui prende il nome, Black Lightning è uno show profondamente radicato nella cultura afroamericana del paese e affonda, senza esitare, i denti in tutti i problemi e le sfide che uomini e donne di colore sono chiamati ad affrontare quotidianamente in questo civilissimo (?) paese. Una per tutte, basta guardare la scena in cui il protagonista viene fermato da un poliziotto, ammanettato e trattato con inconcepibile brutalità senza che gli siano porte delle scuse o date delle spiegazioni.
Non importa infatti che Freeland, la città dove si svolgono le vicende del preside Jefferson Pierce (Cress Williams) alias Black Lightning, sia frutto dell’immaginazione degli autori, perché quanto accade nella première è più autentico e di impatto di qualunque cosa potremo mai vedere in qualsiasi altro show dell’Arrowverse. E non fraintendeteci, questo giudizio non vuole sminuire gli altri prodotti del network, ma sicuramente ha l’intento di sottolineare la differenza tra Arrow, The Flash, Supergirl, Legends of Tomorrow e questo.
Black Lightning affonda le sue radici in realtà come il movimento degli attivisti di Black Lives Matter e di uomini e donne abituati ogni giorno della loro vita ad essere trattati diversamente dagli altri, ma soprattutto parla di fatti di cronaca dolorosamente autentici e niente affatto rari, come la violenza tra bande, quella nelle scuole e per le strade, tra i membri delle forze dell’ordine o riguardanti lo spaccio di droga. Se ricordate come, nella scorsa stagione, nell’episodio 5×13 Spectre of the Gun, gli autori di Arrow trattarono il problema dell’uso delle armi e furono aspramente criticati per il modo poco spontaneo in cui lo fecero, Black Lightning, per contro, potrà fornirvi un perfetto esempio di come introdurre sapientemente reali problemi sociali nel contesto di una cosa così prosaica come una serie TV, rendendoli parte integrante della narrazione e senza mai cadere nel pietismo o forzarli sugli spettatori.
Il flusso narrativo di questa serie è molto più simile a quello di una delle serie televisive del Marvel Cinematic Universe che a quelli più leggeri e accattivanti di The CW, e proprio per questa ragione finisce inevitabilmente per spiccare. Persino la scelta della colonna sonora, tra una la selezione di pezzi hip-hop e R&B, è cristallizzata nella cultura afroamericana e tutto è studiato con un’incredibile perizia per dare un senso di realismo che si respira sin dai primi minuti dell’episodio pilota.
[pullquote]Sotto la direzione del preside Jefferson Pierce, il liceo Garfield High è un’oasi di speranza. [/pullquote] Certo, Black Lightning resta comunque uno show su un supereroe che indossa un costume ed una maschera ed ha il potere soprannaturale di controllare l’energia elettrica, ma per il modo stesso in cui la serie ispirata all’omonimo fumetto è stata concepita, viene spontaneo domandarsi se il protagonista sia più un eroe quando svolge il suo ruolo di pilastro della propria comunità o quando indossa piuttosto la sua maschera.
Tutte queste considerazioni in quello che riteniamo un esperimento decisamente riuscito, nonché un innalzamento del livello narrativo del network, porta tuttavia con sé un paio di sfide importanti da non sottovalutare.
La prima, più evidente, è quella di riuscire a mantenere questo livello qualitativo per tutti e 13 gli episodi che comporranno la prima stagione, la seconda – forse più delicata – ma non certo meno complessa, è quella di evitare di creare un prodotto eccessivamente di nicchia, da cui una buona parte di potenziali spettatori possano sentirsi in qualche modo esclusa. Un problema a cui gli stessi protagonisti della serie, durante il panel del SDCC, fecero cenno, sottolineando come il loro desiderio fosse che questo show potesse rappresentare comunque tutto il pubblico, senza correre il rischio di auto-emarginarsi, una considerazione che non va sottovalutata, soprattutto quando questa serie, come qualsiasi altra, è chiamata a rispondere alle leggi dei rating.
La prima stagione di Black Lightning va in onda negli Stati Uniti ogni martedì su The CW.