Prima dell’avventura e del successo di The People v. O. J. Simpson, non erano in molti a credere che Ryan Murphy potesse creare un crime show dal sapore documentaristico solido come American Crime Story ha dimostrato di essere. Dopotutto il produttore, noto per il suo amore per l’eccesso, ha cominciato a farsi conoscere grazie a serie come Nip/Tuck, Glee e successivamente Feud, che devono gran parte della loro notorietà proprio a questa sua caratteristica.
La prima stagione della serie, tuttavia, ha dimostrato ai suoi detrattori come l’autore fosse più che capace di portare al successo un genere che, istintivamente, non si pensava potesse essergli congeniale. E se The People v. O. J. Simpson è stato quindi una sorpresa, questa seconda stagione, dedicata appunto all’omicidio di Gianni Versace, avvenuto di fronte alla sua villa a Miami, il 15 luglio del 1997, ha invece il difficile compito di confermare il trionfo della serie di cui Murphy è sempre il produttore e, per quanto concerne questa première, anche il regista.
The Man Who Would Be Vogue apre la strada ad una stagione composta di 9 episodi che sarà evidentemente molto diversa dalla precedente, ma non per questo – grazie alla sua opulenza e ad alcune eccezionali interpretazioni – meno accattivante.
Come affascinante è la scelta di cominciare a narrare la storia dalla fine, cioè dall’omicidio dello stilista (interpretato da Édgar Ramírez), per poi dipanare il racconto tra quelli che saranno diversi salti temporali tra il passato del suo assassino, Andrew Cunanan (Darren Criss), e la caccia all’uomo che mise in imbarazzo le forze dell’ordine americane e che si concluse con il suicidio di Cunanan. Non sappiamo se questo particolare flusso narrativo possa ad un certo momento venire a noia, ma almeno in occasione della première scorre senza creare fastidiosi distacchi tra presente e flashback.
E’ possibile, tuttavia, che alla lunga questa scelta possa contribuire a creare qualche confusione nella ricostruzione della personalità del serial killer, di cui Versace fu la quinta ed ultima vittima. E sebbene le sue motivazioni non siano mai state davvero chiarite, a causa del suo suicidio, sembra che la direzione presa dagli autori sia quella di puntare il dito sul narcisismo maligno e, possibilmente, sulla probabile sociopatia da cui Cunanan era affetto. Dall’immediata reazione di gioia dell’assassino, subito dopo aver ucciso lo stilista, e dal suo patologico bisogno di mentire, si percepisce chiaramente come l’uomo desiderasse ardentemente il posto che pensava gli spettasse sotto le luci della ribalta e che probabilmente ha pensato di aver conquistato nell’istante in cui ha ucciso la sua ultima vittima. Il confronto tra i due, dopotutto, è immediatamente percepibile dai primi minuti dell’episodio, dove Gianni Versace si sveglia nella sua sontuosa villa, con schiere di camerieri a servirlo e riverirlo, il suo assassino è invece un relitto che fa colazione con una lattina di soda e vomita nei bagni pubblici di una spiaggia, convinto probabilmente che proprio uomini come il Versace, gli abbiano rubato ciò che avrebbe dovuto essere suo di diritto.
Ed è proprio qui che entra in gioco uno dei punti più dibattuti della serie, nonché quello che ha motivato, a pochi giorni dalla messa in onda, uno scambio di dichiarazioni tra gli autori della serie e la famiglia Versace, che ha pubblicamente tenuto a prendere le distanze dallo show, etichettandolo come un lavoro di “pura fiction“.
La seconda stagione della serie è infatti tratta dal romanzo di Maureen Orth del 1999, intitolato Vulgar Favors: Andrew Cunanan, Gianni Versace, and the Largest Failed Manhunt in U.S. History, in cui si accennava alla possibilità che Versace ed il suo assassino si fossero incontrati, e brevemente frequentati, prima della tragica morte dello stilista. Una ricostruzione dei fatti che la famiglia Versace ha sempre apertamente contestato, ma che viene riproposta anche nella serie.
Per quanto possa sembrare strano, infine, in questo primo episodio non c’è molto da dire sul personaggio a cui la stagione è dedicata che, lo ricordiamo, non solo era considerato un genio nel campo della moda, ma negli anni Novanta era anche un’icona dei diritti dei gay, in un periodo in cui in pochi avevano il coraggio di fare coming-out ed ammettere pubblicamente di essere omosessuali.
Donatella Versace, interpretata da un’ottima Penélope Cruz, che ha chiaramente fatto un grande lavoro per catturare la gestualità della sorella dello stilista, nonché la sua caratteristica parlata, fa il suo ingresso più avanti nell’episodio, mentre il compagno di Versace, Antonio D’amico (Ricky Martin), chiaramente sotto chock per la morte del suo partner, pur risultando leggermente sotto tono, soprattutto paragonato agli altri attori della serie, dà il meglio di sé nel breve interrogatorio con la polizia che confonde il suo ruolo nella vita di Versace con quello di un protettore e di fronte ai quali si trova gridare tra le lacrime “15 anni!“, quando – con molta poca sensibilità – gli viene chiesto che differenza ci sia tra lui e gli altri uomini che il defunto stilista frequentava.
Ma a spiccare è senza dubbio l’interpretazione di Darren Criss, la cui impressionante somiglianza con Cunanan è solo la ciliegina su una torta che rasenta quasi la perfezione, soprattutto nel suo saper giostrare il difficile carattere di un personaggio così complesso pieno di sfaccettature che poteva evidentemente essere l’uomo più affascinate del pianeta un minuto e il più pericoloso quello successivo.
A giudicare da ciò che abbiamo visto in questa première, The Assassination of Gianni Versace è un più che degno successore della prima stagione di American Crime Story soprattutto se, come sembra, sarà incentrato sulla storia Andrew Cunanan e sui peggiori istinti che la morte dello stilista scatenò, sia tra perfetti sconosciuti, pronti a sfruttare in nome di Versace (l’uomo che scatta una foto al corpo esanime caricato in ambulanza, la turista che raccoglie il suo sangue con la pagina di una rivista, la modella che sfila alle spalle delle telecamere mentre viene annunciata la notizia della sparatoria), sia tra le persone a lui più vicine.
L’assassinio di Gianni Versace – American Crime Story va in onda negli Stati Uniti ogni mercoledì su FX, mentre debutterà in Italia domani, venerdì 19 gennaio, su Fox Crime, canale 116 della piattaforma di Sky.