Legion of Super-Heroes, première di metà stagione di Supergirl, è – per molti versi – un episodio sia fallimentare che ben riuscito in cui il punto focale della puntata, l’introduzione cioè della Legione dei Supereroi, si è rivelata essere forse la cosa più deludente, mentre il tentativo di Kara Danvers di uscire dalla prigione costituita dalla sua mente, nella quale è rimasta rinchiusa dopo essere stata sconfitta da Reign, fa invece da punto focale, grazie anche ad un’ottima interpretazione di Melissa Benoist.
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Come purtroppo accade fin troppo spesso con le serie di The CW, una promozione piuttosto martellante sull’introduzione della Legione dei Supereroi, si è rivelata una sorta di arma a doppio taglio per il network. Sebbene non ci sia dato infatti di sapere che genere di sviluppo vedremo per la partnership tra la ragazza d’acciaio e questo gruppo di combattenti venuti dal futuro, ai fini specifici dell’episodio andato in onda ieri sera, e ad esclusione della battaglia finale, l’introduzione della Legione si è limitata, per lo più, ad una ininterrotta litania da parte di Mon-El, deciso a non intervenire contro Reign per non rischiare la sua e l’incolumità dei suoi amici, mettendo così a repentaglio la loro missione finale e cioè la salvezza dell’umanità nel futuro.
Sebbene la prudenza di Mon-El sia comprensibile, il problema di fondo sta nel fatto che, anche ai suoi esordi, il personaggio è stato descritto come un apatico, spinto ad agire solo dietro l’insistenza di Kara, nel passato, e di quella della moglie Imra nel presente. Mon-El non ha mai vissuto i suoi poteri con il medesimo senso di responsabilità di Kara Danvers ed ha sempre, almeno istintivamente, cercato di evitare il conflitto. E sebbene le ragioni per cui arriva a certe conclusioni in Legion of Super-Heroes siano diverse da quelle del passato, il suo comportamento denota comunque una certa mancanza di eroismo che, per sua stessa definizione, è la capacità di compiere gesti eccezionali con spirito di sacrificio ed abnegazione, senza pensare al proprio personale tornaconto.
Un altro aspetto che di questa faccenda ci ha colpito negativamente è l’accenno che i membri della Legione fanno ad un fenomeno, avvenuto nel lontano 2455, che avrebbe cancellato completamente la memoria culturale degli abitanti della Terra di cui Mon-El, venuto dal passato, è diventato quindi unico depositario. Imra racconta infatti di come suo marito abbia insegnato loro di Shakespeare, della filosofia e di Bon Jovi. Sebbene, soprattutto l’accenno a Bon Jovi, sia ovviamente inteso come un intermezzo divertente, la sola idea che la trasmissione della cultura umana sia sostanzialmente in mano ad un alieno che vive sul nostro pianeta praticamente da 5 minuti, è in qualche modo il pensiero più spaventoso che mai autore televisivo potesse concepire.
L’aspetto più riuscito dell’episodio, come accennavamo, è invece la lotta di Kara per riacquistare la coscienza ed indirettamente l’introduzione del personaggio di Querl Dox/Brainiac 5 (Jesse Rath) che la aiuterà in questo difficile compito. Per quanto concerne quest’ultimo, bisogna dare infatti credito agli autori di aver fatto un ottimo lavoro nel portare alla luce un personaggio metà computer e metà coluano bilanciando con una certa sapienza le sue caratteristiche e soprattutto esaltando la sua innocente ingenuità (e la sua evidente cotta per la ragazza d’acciaio), piuttosto che la sua meccanica intelligenza superiore, che avrebbe potuto anche facilmente de-umanizzarlo. Il suo incontro con Kara, proprio per queste caratteristiche, diventa così il centro dell’episodio e ci regala il meglio di questa puntata proprio quando questi due personaggi interagiscono.
Lo stato di coma in cui si trova Kara, inoltre, esalta in maniera particolare la storia d’origine di Supergirl rispetto a quella del suo più famoso cugino. Chiusa nell’appartamento creato dalla sua mente, vediamo infatti la giovane affrontare le difficoltà dell’essere parte di due mondi tanto diversi: Kara non ha lasciato Krypton quando era troppo piccola per ricordare la sua storia, riuscire quindi a trovare il suo lato umano, pur essendo cresciuta altrove, sarà sempre motivo di una lotta interiore per lei. Una lotta che in questo episodio viene parafrasata con semplice bellezza dalla storia del primo incontro della ragazza con il suo primo animale domestico, un gattino di nome Streaky, e del suo terrore di sfiorarlo e di fargli del male, talmente incontrollata era la sua forza sovrumana. Proprio come Kara nel passato, con il tempo ed una grande fatica, ha dovuto imparare a controllarsi fino ad arrivare a compiere un gesto apparentemente così banale come accarezzare un gatto, nel presente deve quotidianamente affrontare la duplicità della sua natura e del suo essere sia umana che aliena, una diversità che probabilmente si rivelerà strumentale nella definitiva sconfitta di Reign.
https://www.youtube.com/watch?v=ge97ScCOO-M
La terza stagione di Supergirl va in onda negli Stati Uniti ogni lunedì su The CW.