Arrow: recensione dell’episodio 6×01 Fallout

La première della sesta stagione di Arrow, aveva un compito davvero molto difficile da svolgere: alla luce del finale della scorsa stagione che si è rivelato anche uno degli episodi più efficaci e narrativamente completi dell’intera serie, doveva mantenere il medesimo livello di incisività e, da questo punto di vista, Fallout non ha saputo soddisfare le aspettative.

Per quanto possa sembrare difficile immaginarlo, la maggior parte degli spettatori televisivi non  segue assiduamente gli spoiler di uno show, chi si è approcciato quindi a questa première senza avere anticipazioni di alcun genere, non sapeva che sostanzialmente tutti i membri del Team Arrow erano usciti indenni dalla grandiosa distruzione dell’isola di Lian Yu che, metaforicamente e letteralmente, ha cancellato con un’esplosione il passato di Oliver Queen (Stephen Amell) e questo – forse – è il problema più grande che questo episodio deve affrontare, il che è decisamente ironico, considerato che la parola Fallout significa proprio “conseguenze negative“.  Lian Yu è stato un finale ben concepito e ben realizzato, che meritava sicuramente un maggiore contraccolpo, ovviamente pensare che uno show come Arrow si liberasse di tutto il suo cast sarebbe stato eccessivo, ma che l’unica vittima di quell’episodio finisca per essere Samantha (Anna Hopkins), la madre di William (Jack Moore), l’unico personaggio di cui sostanzialmente non importa assolutamente nulla a nessuno, è uno spreco incredibile di opportunità, anche se almeno contribuisce a dare il via ad una delle trame più interessanti della première, quella di Oliver alle prese con il ruolo di padre. Narrativamente parlando, non ha senso creare questo livello di suspense e raggiungere il climax toccato in Lian Yu per poi non avere il coraggio di fare qualche sostanziale, serio cambiamento e la sensazione è quella che gli autori si siano entusiasmati per un’idea e l’abbiano sposata, senza però pensare seriamente alle conseguenze.

Parliamo poi del caso Thea Queen (Willa Holland) che merita un serio discorso a parte. Tra vederla morta e giacere inerme, in coma, in un letto di ospedale non sappiamo sinceramente cosa sarebbe stato meglio. Che tra l’attrice ed il network ci siano accordi contrattuali particolari si sapeva già dallo scorso anno quando la Holland è fondamentalmente sparita senza che il suo status all’interno del Team Arrow o a fianco del fratello come sua portavoce fosse mai del tutto chiarito. Quest’anno il problema si è ovviamente ripresentato, l’attrice ha un contratto per il quale è obbligata a partecipare solo ad un limitato numero di episodi per stagione, ma il fatto che si sia scelto di usare la soap-operistica soluzione del coma per risolvere la cosa è quasi patetico. La speranza, a questo punto, è che il suo personaggio si risvegli almeno entro il finale di metà stagione per avere una storyline finalmente accattivante e poi sia lasciata andare per la sua strada.

Le ripercussioni di Lian Yu a cui il titolo fa riferimento sono quindi riferite soprattutto allo stato d’animo di tutti i personaggi in seguito a quegli eventi ed in questo senso il John Diggle di David Ramsey, assieme a Quentin Lance (Paul Blackthorne), sembrano i due che hanno pagato il prezzo più alto. Blackthorne è stato decisamente notevole nell’interpretare questo ennesimo trauma imposto al suo personaggio, abbiamo quasi perso il conto delle volte in cui l’ex capitano Lance abbia visto morire e tornare in vita le proprie figlie, il fatto che l’arrivo di Black Siren (Katie Cassidy) lo porti sull’orlo del precipizio per quanto concerne i suoi problemi di dipendenza dall’alcool era quindi il minimo che gli potesse accadere, soprattutto quando si scopre che ha sparato al doppelgänger della figlia per salvare la vita a Dinah Drake (Juliana Harkavy) che, con la promozione questa stagione a personaggio fisso, sta chiaramente acquisendo maggiore spessore come personaggio, oltre ad aver sviluppato un legame piuttosto intenso con Diggle.
Dinah sembra infatti quasi l’unica persona ad accorgersi dei problemi di John. L’esplosione lo ha lasciato infatti con cicatrici fisiche ed emotive che apparentemente gli stanno impedendo di essere il soldato che è sempre stato, ma anche questa storyline – se non trattata nella maniera corretta – potrebbe rivelarsi problematica. Al momento infatti non ci è dato di comprendere le ragioni per cui un uomo come Diggle, che ha vissuto gli orrori della guerra e da cinque anni combatte al fianco di Oliver, sia improvvisamente vittima di una sindrome post traumatica da stress così severa da impedirgli di essere se stesso sul campo. Cosa ha scatenato l’esplosione sull’isola per averlo portato a questo estremo? Dopotutto non ha perso nessuno a lui caro, i risvolti di quell’esperienza sono per lo più positivi, le conseguenze di quei momenti avrebbero decisamente potuto essere peggiori, quindi perché adesso e non prima? E soprattutto perché solo Dinah sembra rendersi davvero conto del suo stato psicofisico?

Anche il personaggio di Felicity (Emily Bett Rickards) è piuttosto sottoutilizzato nell’episodio: il suo ruolo viene relegato ad un breve scambio tra lei ed Oliver, atto chiaramente a rassicurare i fan della coppia che lo stato della loro relazione non è affatto stato dimenticato dagli autori, ma è semplicemente passato in secondo piano considerato che Oliver sta avendo qualche problema con il figlio, che non solo deve affrontare la morte della madre, ma si trova anche affidato ad un uomo che di fatto non conosce e dal quale è comprensibilmente terrorizzato. In questo senso vi lasciamo anche con un ulteriore quesito: considerando che William non è registrato legalmente come il figlio di Oliver Queen e Samantha Clayton, perché si trova a casa di Oliver e nessuno sembra preoccuparsi delle ripercussioni legali del problema?

In conclusione questa première della sesta stagione di Arrow inizia decisamente sottotono, con molti problemi narrativi ed alcune conferme. La regia di James Bamford, per esempio, esalta le molte scene d’azione, facendone il fiore all’occhiello della puntata, ma questo non basta a soffocare il generale senso di delusione, soprattutto se paragoniamo questo episodio con Lian Yu. Alcuni momenti in particolare salvano la puntata: la breve apparizione di Slade Wilson (Manu Bennett), l’ottima interpretazione di Paul Blackthorne, un uso più armonico e meno invasivo dei flashback, il nuovo ruolo di padre di Oliver, il ritorno di Katie Cassidy in un ruolo che speriamo (lo speriamo davvero molto) non trovi mai spazio per la redenzione, ma sono piccole raffinatezze in una puntata che ha generalmente più difetti che pregi, un bilancio che, ci auguriamo, venga corretto con i prossimi episodi.

https://www.youtube.com/watch?v=O4ilbgVs978&list=PL6abPzY300GXdu2d6uI9ADJZD9QtTxV88

La sesta stagione di Arrow va in onda negli Stati Uniti ogni giovedì su The CW.

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