L’universo degli X-Men sbarca in televisione grazie a The Gifted e ancora una volta, come nel caso di Legion, segna un punto a suo favore.
La serie si focalizza sulle vicende di una famiglia, gli Strucker, i cui figli Andy (Percy Hynes White) e Lauren (Natalie Alyn Lind), obbligati dalle circostanze, rivelano ai propri genitori Caitlin (Amy Acker) e Reed (Stephen Moyer) di essere dei mutanti, una scoperta che non potrebbe essere più scioccante e scomoda, considerato che ci troviamo in un mondo in cui questi sono perseguitati ed in cui i pochi che riescono a sfuggire sono costretti a vivere nascosti agli occhi del mondo o a scappare dal loro paese natio per cercare rifugio altrove.
Già dalle sue premesse la serie fornisce una visione inusuale del mondo degli X-Men, rispetto ai fumetti ed al franchising cinematografico, dando cosi la possibilità a chi non conosce il genere di trovarsi a proprio agio con il materiale a cui lo show si ispira ed agli appassionati di guardare ad un mondo che ben conoscono da un punto di vista diverso. La serie, infatti, prima di tutto racconta la storia di un nucleo familiare, differenziandosi in parte dai film, che pur essendo sempre riusciti ad evocare un senso di comunità, non avevano mai davvero parlato di una famiglia vera e propria.
Inoltre The Gifted mostra una realtà in cui i mutanti, i diversi, sono perseguitati dalle forze dell’ordine, dopo che – a causa dei pericolosi scontri che avvenivano tra loro e che troppo spesso avevano causato la morte di vittime innocenti – il Governo ha deciso di emanare leggi restrittive nei loro confronti, rendendoli di fatto dei reietti. Ci troviamo in sostanza di fronte ad una società repressiva ed in cui un gruppo governativo chiamato Sentinel Service, può strappare dei minorenni ai propri genitori solo evocando il nome di un sedicente Patriot Act, ogni riferimento ad eventi realmente accaduti è ovviamente non casuale.
In sostanza la domanda a cui lo show sembra voler dare una risposta è: cosa accade quando al bisogno di sicurezza si antepone la libertà individuale e fino a che punto un governo può spingersi con la scusa della sicurezza nazionale?
La première della Fox è caratterizzata da ottimi effetti speciali per lo standard di una serie TV e da un ritmo decisamente intenso imposto dalla regia, non a caso affidata a Bryan Singer, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense che da 17 anni è legato all’Universo degli X-Men, coadiuvato dal copione di Matt Nix (Burn Notice, The Good Guys) che tuttavia non manca di qualche difetto. Il personaggio di Reed, per esempio, un procuratore distrettuale che si occupa proprio di casi che riguardano i mutanti e che fino alla rivelazione sulla vera natura dei figli è stato apparentemente sempre in linea con le scelte del Governo, passa forse troppo repentinamente da padre/salvatore a rappresentante di quella che è sostanzialmente una forma di pulizia etnica. Nel personaggio non si intravedono grandi conflitti interiori e, a meno che questo aspetto non venga sviluppato più avanti, questa scelta narrativa sembra un’occasione sprecata ed uno di quei casi in cui gli autori hanno deciso che l’azione nuda e cruda dovesse avere il sopravvento sull’introspezione di uno dei protagonisti.
Ad avere poco tempo sullo schermo, ma a lasciare comunque un segno, sono invece i mutanti che andranno in aiuto della famiglia Strucker ormai in fuga dal Governo: il leader del gruppo Marcos Diaz/Eclipse (Sean Teale), la sua carismatica compagna Lorna Dane/Polaris (Emma Dumont), la nuova arrivata Clarice Fong/Blink (Jamie Chung) ed il bel John Proudstar/Thunderbird (Blair Redford). E, naturalmente, nella première non potevano mancare una cascata di Easter Egg, dall’immancabile cameo di Stan Lee a diversi riferimenti all’Universo degli X-Men, come per esempio il telefono di Marcos la cui suoneria è la sigla della serie animata X-Men: The Animated Series, del 1992 o gli accenni al Professor X e Magneto gestiti con una certa perizia quando viene rivelato di sfuggita il fatto che i due mutanti ed i loro seguaci si sono probabilmente nascosti a causa delle leggi vigenti o sono forse addirittura morti, facendo così del gruppo clandestino di Eclipse l’ultimo baluardo di difesa per tutti i mutanti. Come nella natura di questo genere e come stanno sostanzialmente facendo quasi tutti gli show che hanno debuttato quest’anno, anche The Gifted non disdegna riferimenti all’attuale situazione politica statunitense, quando accenna per esempio all”esistenza di un muro che difende i confini del paese, ma lo fa senza tuttavia fare di questo episodio una sorta di manifesto., il che è una scelta apprezzabile.
Stranamente eXposed, nonostante regia e trama agevolassero questa possibilità, non è caratterizzata da una colonna sonora particolarmente coinvolgente, il che è una scelta piuttosto discutibile viste le potenzialità dell’episodio, ma anche questa mancanza non è sufficiente a diminuire il valore della puntata, che resta un pilot davvero solido e promette grandi cose in questa relazione difficile tra televisione e Marvel in cui sono state già sprecate diverse, troppe, occasioni.
The Gifted va in onda negli Stati Uniti ogni lunedì su Fox mentre debutterà in Italia con la première dal titolo Un dono, una maledizione, mercoledì 18 ottobre sul canale Fox di Sky.