Paradise: la recensione della serie di Disney+ con Sterling K. Brown

Paradise: la recensione della serie di Disney+ con Sterling K. Brown

Dan Fogelman e Sterling K. Brown (This is us) tornano a collaborare per la serie di Hulu Paradise, che sarà trasmessa in Italia da Disney+ a partire dal 28 gennaio con i primi 3 episodi, un thriller politico ricco di colpi di scena, che terranno il pubblico sulle spine per tutti gli 8 episodi dello show.

La trama

In Paradise Sterling K. Brown interpreta il ruolo di Xavier Collins, il capo della sicurezza del giovane Presidente degli Stati Uniti Cal Bradford (James Marsden), un uomo spigliato, apparentemente pieno di buone intenzioni, dispensatore di battute spesso non particolarmente riuscite, che rispetta e cerca l’amicizia del più serio e posato Xavier.

Il protagonista, a sua volta, prende molto seriamente il suo ruolo, è indubbiamente disposto a dare la vita per la persona che ha giurato di proteggere, ma è tutt’altro che un uomo freddo. D’altronde assegnare il ruolo di un cinico ad un attore come Sterling K. Brown, noto per la sua cifra stilistica emotiva, sarebbe stato un autentico spreco, Fogelman lo sa e non è caduto in questa trappola.
Nonostante il suo ruolo di spicco in Paradise, Xavier conduce una vita pacifica e tranquilla, sebbene cresca da solo i figli, Presley (Aliyah Mastin) e James (Percy Daggs IV), e tutto sembra procedere al meglio nella loro consolidata e “paradisiaca” routine, fino a che non accade l’impensabile ed una mattina Xavier trova il corpo esanime del Presidente sul pavimento della sua stanza da letto, in una pozza di sangue. Morto.

Come ultima persona ad averlo visto vivo, Xavier è consapevole della sua posizione delicata, ma anche deciso a contribuire alle indagini per la morte di una persona alla quale era legata da un rapporto difficile, che puntata dopo puntata, grazie a diversi flashback, si mostrerà in tutta la sua delicatezza e complessità.

Perché guardare Paradise

Nonostante l’indagine sulla morte di un Presidente degli Stati Uniti, già di per sé, dovrebbe essere sufficienti a riempire la trama di 8 episodi di una serie, già dal sorprendente finale della prima puntata Paradise dimostra che nulla è come sembra e che in gioco non c’è solo la carriera di un uomo (Xavier), la sicurezza nazionale o gli equilibri mondiali, vista la violenta dipartita del Presidente Bradford, ma qualcosa di molto più difficile da immaginare, una vicenda che, nonostante la sua complessità, riuscirà comunque a lasciare al centro della narrazione la complessa vita personale e familiare dei protagonisti, che si intreccerà magicamente con la trama principale dello show.

Ed è in questa intensione che in Paradise emergerà peraltro tutta l’ironia del titolo della serie che descrive un mondo tutt’altro che paradisiaco, in cui nessuno è come sembra ed in cui intrighi politici e macchinazioni sono al centro della scena, alimentando una sensazione di crescente tensione che non abbandona mai lo spettatore, che resterà sempre consapevole della minaccia che il protagonista, i suoi alleati ed i suoi nemici corrono.

Da autore brillante qual è, inoltre, Fogelman riesce a non perdersi nella narrazione del “perché” e del “come” un delitto così inimmaginabile sia potuto avvenire all’interno di uno dei luoghi più sicuri del pianeta, delineando con sapienza il carattere di tutti i personaggi, dal protagonista, al suo migliore amico, l’agente Billy Pace (Jon Beavers), fino all’antagonista per eccellenza, interpretata da una brillante e credibilissima Julianne Nicholson, nel ruolo di Samantha Redmond, la persona che più di tutte rappresenta quel genere di potere temibile e minaccioso, fatto di cospirazioni, segreti e bugie, mascherato dietro le migliori (o quasi) intenzioni.

Come anticipato, nonostante la presenza di diversi flashback, necessari per rivelare il ruolo di tutte le pedine che si muovo intorno all’indagine per l’omicidio del Presidente, nonché per raccontare la loro storia personale, la narrazione in Paradise rimane lineare e piacevole da seguire, ma mai banale o semplicistica.

Nonostante poi l’impeccabile ruolo di tutti i protagonisti della vicenda, è altresì evidente che Paradise sia stata concepita per far brillare il talento indiscusso di Sterling K. Brown, che risponde alla chiamata senza deludere, fornendo un’interpretazione ipnotica, ineccepibile sia nel ruolo di un uomo potenzialmente molto pericoloso, che ha scelto un mestiere di sacrificio, sia in quello di una persona accogliente e amorevole, come padre e marito, capace di giostrarsi perfettamente tra ruoli apparentemente così diversi, ma che nella realtà sono testimoni della sua ferma volontà e della sua rettitudine.

Dai 7 episodi concessi per la revisione della serie, di cui non conosciamo quindi il finale, aspettatevi pertanto molto cuore e davvero, tanti, tanti colpi di scena, che cambieranno completamente la prospettiva con cui guarderete alla serie, una tendenza che fa ben sperare in un finale altrettanto ricco di sorprese, che potrebbe persino cambiare la vostra opinione sui protagonisti.

Paradise debutterà martedì 28 gennaio su Disney+ con i primi 3 episodi.