Tenet: la recensione in anteprima

Esistono due piani ben distinti su cui guardare Tenet, per godersi l’ultima fatica di Christopher Nolan, il primo viene suggerito allo spettatore quasi all’inizio della pellicola della durata di 150 minuti ed è una semplice frase: “Non cercare di capire. Senti“. Il secondo – quello sotto gli occhi di tutti – origina direttamente dalla storia della filmografia del regista britannico, sarebbe quindi lapalissiano asserire che questo film sia profondamente Nolaniano, osservazione che meriterebbe probabilmente in risposta un “D’oh!” di simpsoniana memoria. Cosa altro ci si poteva aspettare, d’altronde, da una storia che prende spunto dalla fisica quantistica e tratta il concetto dell’inversione del tempo?

[pullquote]”Tutto quello posso darti è un gesto ed una parola: Tenet“[/pullquote]

Una delle cose che forse vi sorprenderà di più di questo film è che per buona parte della narrazione avrà una trama inaspettatamente lineare, tanto da farvi domandare a che punto della storia comincerete e a non capirci più nulla. Non è un mistero che in molti si aspettino da Tenet di dover essere guardato con un’enciclopedia alla mano o un libretto per le istruzione (aspettativa che non verrà delusa, non temete), ma la verità è che la confusione e l’ingresso nel mondo del dubbio cominceranno più tardi del previsto. Per buona parte del suo svolgimento, infatti, la storia che viene raccontata è sorprendentemente chiara e buoni e cattivi vengono tratteggiati in maniera inequivocabile, così come il ruolo di tutti gli interpreti. John David Washington in quello del Protagonista, colui che secondo alcuni critici non ha meritato nemmeno la dignità di un nome proprio, Robert Pattinson, Neil, il suo socio in questa avventura, l’antagonista Kenneth Branagh, nei panni dell’oligarca russo Andrei Sator ed infine sua moglie Kat (Elizabeth Debicki).

Fino a che entreranno in gioco complesse teorie quantistiche e di fisica, per le quali in parte Nolan si è affidato ai suggerimenti del fisico Kip Thorne, al quale ha fatto leggere la sceneggiatura e che lo ha aiutato con alcuni concetti, Tenet è un puro e godibilissimo film di spionaggio in cui volano pallottole e dominano grandiose scene d’azione ambientate in tutti gli angoli del mondo, contribuendo alla natura globale della pellicola girata in Estonia, Italia, India, Danimarca, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti. Ecco il motivo per cui è possibile che il film attragga un pubblico piuttosto multicolore, da coloro che amano l’intrattenimento senza troppo impegno, fino a coinvolgere quel genere di appassionati che tornerà al cinema per diverse proiezioni, nello sforzo di decifrare ogni segreto ed ogni piega nascosta di una storia indubbiamente di non facile interpretazione. Perché, sia chiaro, vedere Tenet una sola volta non sarà sufficiente a capirlo, a meno che non abbiate una laurea specialistica, e forse nemmeno in quel caso, considerata la moltitudine di temi trattati. L’aspetto positivo di questo film resta comunque quello di avere la capacità di accontentare un po’ tutti i palati, caratteristica che vi permetterà di uscire dal cinema genuinamente divertiti.

Il suo peggiore difetto, invece, è quello di non avere un grandissimo cuore, il che potrebbe essere considerato imperdonabile da una parte di pubblico. Nel fare questa affermazione non intendiamo semplicemente dire che, tra le tante trame toccate, la pellicola non abbia una vena romantica, elemento che non riteniamo affatto una conditio sine qua non per stabilire il successo di un prodotto. Per la verità, molte delle scelte del Protagonista dipenderanno dal legame che instaurerà con Kat, non un sentimento romantico, quanto un desiderio di protezione. Ma tra l’esplosiva azione che domina il film, gli incredibili effetti e la complessità di alcuni dei concetti espressi, sembra che ci si sia dimenticati dell’importanza, per il pubblico, di relazionarsi con i vari personaggi a livello emotivo. Tenet racconta una storia incredibile, ma anche fredda. Per una sceneggiatura così complessa, inoltre, si rimarrà a volte sorpresi dalla semplice banalità in cui scadono alcuni momenti cruciali del racconto, come il fatto che la distruttiva relazione tra Sator e sua moglie (e non solo) sia di fatto perfettamente descritta da una frase tanto prevedibile quanto ordinaria come: “Se non posso averti io, non ti avrà nessuno“.

Nel complesso Tenet è il film ideale per tornare al cinema (lasciateci dire che sarà impossibile non sentire l’emozione di sedere di nuovo in una sala cinematografica, a luci spente, e permettere alla propria mente di staccarsi completamente dalla realtà per la durata della proiezione), un perfetto connubio di divertimento senza troppo impegno ed impegno senza troppa prosopopea, intricato al punto giusto da dare filo da torcere agli amanti degli intrecci più complessi e con tutte le carte in regola per intrattenere un pubblico diversificato con una storia da godere fino all’ultimo spettacolare fotogramma.

Tenet, debutterà in Italia a partire da domani, mercoledì 26 agosto in 600 copie, segnando il primo ritorno alla normalità dell’industria dell’intrattenimento dopo la pandemia.

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