Stephen Amell, ancora prima della messa in onda di questo episodio, ha tenuto a far sapere ai fan della serie – tramite il suo account Twitter e qualche intervista – quanto orgoglioso fosse della scena che fa da cardine a tutto l’episodio di Arrow, come se vedere due compagni d’armi come Diggle ed Oliver darsele di santa ragione non fosse già un indicatore sufficiente di quanto cruciale per il futuro dello show questo momento sia.
Ci sono ovviamente molte cose da dire sullo scontro Oliver-Diggle, e non tutte sono necessariamente gentili, ma vorremmo comunque tentare un approccio specifico per analizzare una scena che, per quanto breve, rappresenta un giro di boa nel rapporto tra due personaggi tanto importanti e cioè decontestualizzarla da questa particolare stagione.
Il vero problema dello scoppio d’ira di Diggle, che nasconde un rancore che evidentemente si porta dietro da tempo, non è infatti tanto legato a quanto sensato sia ciò che John getta in faccia ad Oliver, quanto piuttosto al contesto, alla scelta cioè degli autori di inserire questa lite proprio in una storyline debole come quella di questa stagione, che tende di conseguenza a far istintivamente congedare lo scontro tra i due personaggi, sovrapponendolo a quello tra i due Team.
Che John Diggle abbia un approccio alla leadership diversa da quella di Oliver Queen non è una grande novità, il fatto che quindi egli metta in discussione le azioni del suo amico/team leader non è qualcosa che dovrebbe prendere alla sprovvista il pubblico della serie. E’ già successo che i due abbiano scelto di prendere strade separate e si siano anche già apertamente scontrati e da questo punto di vista, quindi, i dubbi di Diggle non dovrebbero giungere come un fulmine a ciel sereno e sono invece coerenti con la storia del personaggio.
Il fatto che a questa esplosione di rabbia si sia però giunti tramite un’assurda ed incomprensibile rivendicazione da parte di Dig del cappuccio di Arrow, metafora – in questo contesto – della leadership del team, è in parte il motivo per cui in molti hanno espresso dei legittimi dubbi nei confronti di questa specifica trama.
A prescindere da ciò, il succo del discorso è organico ed ha sempre fatto parte del rapporto di due leader naturali come Oliver e John. Se Diggle fosse stato Green Arrow sin dal principio, sarebbe indubbiamente realistico immaginare che molte cose sarebbero andate diversamente da come sono andate, il che rende la domanda di Dig legittima:
è possibile fare le cose con un metodo diverso da quello di Oliver Queen?
La risposta è ovviamente positiva, resta invece da dimostrare se questo significa automaticamente che il metodo Oliver Queen sia peggiore di quello John Diggle, come quest’ultimo sembra credere.
In sostanza, sebbene le premesse alla base del loro litigio abbiano indubbiamente un senso compiuto, quello che potrebbe lasciare adito a dubbi è la convinzione di Dig di poter far meglio di Oliver, soprattutto quando, sottoposto alla prova dei fatti, Diggle ha dimostrato di prendere decisioni sbagliate tanto quanto Oliver, il che non rende comunque illegittimo il litigio in sé.
E’ proprio qui, invece, che entra in gioco il problema della contestualizzazione, a cui facevamo cenno, dello scontro fratricida all’interno di questa specifica stagione: se la lite tra i due fosse esplosa in un qualsiasi altro momento e non proprio quanto Diggle ha appena messo a repentaglio le vite dei membri del suo team, mentendo sulle sue condizioni di salute, il tutto avrebbe avuto un peso, una logica ed un valore ben diversi.
David Ramsey e Stephen Amell sono stati fantastici nella scena in questione, indossando in maniera più che credibile i panni di due personaggi che, è evidente, conoscono come le loro tasche. Per questa ragione non ci sentiamo necessariamente di criticare troppo severamente le dure accuse che i due si scambiano e che, per quanto crudeli ed apparentemente imperdonabili, hanno il compito di rendere realistico lo scontro tra due persone che si conoscono così bene da usare ciò che sanno l’uno dell’altro per trasformarlo in un’arma tagliente ed affilata che viene usata consapevolmente per ferire. Per quanto doloroso sia sentirli dire certe cose, molto più doloroso dei pugni che seguiranno, il punto della situazione è che solo Diggle avrebbe potuto dire certe cose ad Oliver e viceversa e proprio per questo quella scena risulta così ben riuscita.
Tornando sulla questione del contesto (il vero nemico!), il problema non è quindi tanto insito nelle parole in sé, ma nella scelta di dirle proprio in quel momento e prendendo la decisione di lasciare Oliver da solo proprio quando anche il resto del team gli ha voltato le spalle e tutti dovrebbero invece concentrarsi sull’affrontare un nemico subdolo come Ricardo Diaz.
Se, come Diggle stesso dirà, Oliver si è rivelato un ingenuo per non essersi reso conto di quanto pericoloso Diaz sia davvero e fino a che punto abbia preso possesso della città, perché abbandonarlo proprio adesso, facendo il suo gioco? E come, più ingenerale, non rendersi conto del fatto che essere un leader significa prendere decisioni impopolari e difficili, proprio come lui ha fatto?
Ancora una volta, la sensazione generale è che una trama che avrebbe potuto rivelarsi oggettivamente interessante, se curata in un certo modo, finisce schiacciata nel tritacarne di questa fallace stagione perdendo invece di senso e di valore.
Un po’ come senso e valore non sembrano avere i B-plot di questo episodio, con l’ennesima finale accusa rivolta pubblicamente ad Oliver Queen di essere Green Arrow, accusa dalla quale era stato peraltro appena scagionato, Quentin Lance che cerca di trasformare Laurel di Terra-2 nel clone di sua figlia, tramutandola in un avvocato più o meno con la stessa velocità con cui l’originale Laurel fu trasformata in una vigilante, e con una sorta di alleanza/relazione piuttosto random tra Diaz e Black Siren che dovrebbe dare l’impressione che quest’ultima sia indiscutibilmente una traditrice, quando è piuttosto evidente che si limita invece a tenere i piedi in due scarpe.
La sesta stagione di Arrow va in onda negli Stati Uniti ogni giovedì su The CW.