In una stagione dedicata al senso di famiglia, al team, alla costruzione dello spirito di corpo, era prevedibile che Oliver Queen – protagonista indiscusso di Arrow per cinque anni – facesse, in un certo senso, un passo indietro e lasciasse le luci della ribalta a tutti coloro che in questo percorso, sono stati strumentali per il raggiungimento del suo ritrovato senso di equilibrio e della sua tranquillità.
Per quanto sia però giusto e narrativamente comprensibile che gli autori abbiano deciso di lasciare maggiore spazio a tutti i personaggi della serie o che Oliver stesso, dopo l’avventura appena vissuta con Slade Wilson (Manu Bennett), confessi a Felicity di non aver rimpianto di aver attaccato al chiodo il costume di Green Arrow, resta il fatto che vederlo combattere contro gli uomini di Joe Wilson, alias Kane Wolfman (Liam Hall), ci fa rimpiangere – e molto – la sua attiva presenza nel Team Arrow, perché Stephen Amell incarna ancora l’ideale di eroe d’azione e vederlo escluso dai giochi, per quanto comprensibili siano le ragioni dietro alla sua scelta, è comunque una perdita con cui la serie può continuare a destreggiarsi per un sempre più limitato arco di tempo che, man mano che la stagione prosegue, si sta assottigliando.
Per tornare al focus della puntata di questa settimana, Promises Kept costituisce, di fatto, la seconda parte di un arco narrativo che vede come protagonista Slade Wilson, il cui B-plot fa luce invece sul problema di John Diggle (David Ramsey), sulla difficile eredità raccolta dal Oliver Queen e su cosa significhi affrontare i propri demoni e prendersi la responsabilità delle proprie azioni.
Partendo dal presupposto che sia Bennett che Ramsey hanno fatto un ottimo lavoro in un episodio che si reggeva per la maggior parte sulle loro capacità interpretative, Promises Kept ci lascia comunque con una strana sensazione di incompiuto, che non fa sicuramente giustizia ai due interpreti. Pur rivestendo ruoli completamente diversi e con un passato diametralmente opposto alle spalle, soprattutto se si considera l’influenza che il mirakuru ha avuto su Slade, sia Diggle che Wilson hanno infatti stranamente in comune un certo senso dell’onore ed in questo episodio hanno interpretato il loro stato d’animo in maniera non dissimile. Entrambi hanno infatti permesso agli spettatori di percepire la vergogna di Slade per le azioni del passato ed il disgusto di sé di Dig per la scelta di tenere il suo team e la sua famiglia all’oscuro sue condizioni fisiche, ancora prima che le esprimessero, il primo al figlio, il secondo a sua moglie Lyla ed ai suoi compagni, un approccio che, drammaticamente parlando, ha sicuramente contribuito a rendere la storia meno insipida di quanto in realtà non fosse, soprattutto nel caso di Diggle. Slade è un ex assassino riformato che combatte tutt’ora con i suoi demoni e che, comprensibilmente, non può prendersela con il figlio per le sue malefatte, considerato il suo passato, ma ciò nonostante il suo desiderio di salvare Joe è genuino, proprio perché se c’è qualcuno al mondo che può capire quali vette di bassezza un uomo possa raggiungere, questo è Deathstroke. Joe – al contrario – resta un enigma non risolto: la storia di Slade Wilson ci ha accompagnato per lungo tempo in questa serie, permettendoci di creare una connessione emotiva con questo personaggio, le scelte di suo figlio, invece, risultano molto meno comprensibili o giustificabili di quelle del padre. Proprio come nel caso della scoperta, la scorsa settimana, dell’identità del Vigiliate, la mancanza di un mutuo rapporto tra il personaggio di Joe e gli spettatori, rende vani gli sforzi degli autori di farci sentire una connessione emotiva vero Joe: che Kane Wolfman sia diventato un assassino dopo aver visto il padre uccidere un altro essere umano, con lo scopo di conquistare il suo favore, sembra una decisione insolita, quanto casuale è la sua rivelazione di avere un fratello, quasi buttata lì per dare un ulteriore seguito a questa trama, ma non c’è un solo momento in cui – da spettatori – si finisca per sentirsi sinceramente dispiaciuti per Joe, un genuino sentimento che invece si arriva a provare per Slade e questo nonostante le sua passate azioni.
Per Diggle le cose sono invece diverse, perché quello che non convince fino in fondo è il modo in cui questa storyline rispecchia la natura dell’uomo che ci è stata raccontata in sei anni di serie, un dubbio che la stessa Lyla esprime quanto – venuta a conoscenza della verità – chiede al marito come un uomo con il suo senso morale possa aver pensato che le sue scelte fossero giustificabili. Certo, la rivelazione che Dig non sta facendo uso di droghe illegali per risolvere il problema del suo tremore, come inizialmente gli autori ci avevano lasciato credere, ma che stia sperimentando su di sé un medicinale in attesa di essere approvato e messo in commercio dal nuovo cattivo Ricardo Diaz, alias Richard Dragon (Kirk Acevedo), rende il suo “peccato” meno grave, ma non quando si pensa che lo ha fatto a discapito del suo Team (Rene ha quasi perso la vita per causa sua), mostrando tra l’altro una totale mancanza di lungimiranza, come Curtis stesso, l’uomo che ha permesso a Felicity di tornare a camminare, gli farà notare. Il senso di questa particolare trama resta quindi un mistero non risolto, soprattutto quando si pensa come un team leader come Diggle possa pretendere il rispetto dei propri compagni quando lui stesso è stato il primo a mentire, proprio come adesso Dinah sta mentendo a lui su Vincent.
Ciò detto, la redenzione è il primo passo verso la guarigione e, nonostante le perplessità che permangono, una delle scene migliori dell’episodio è proprio quella in cui John confessa ai suoi compagni la verità in quel tipico Arrow-fashion che contraddistingue questa serie, che dà il meglio di sé quando si focalizza sullo sviluppo dei suoi personaggi, anche attraverso piccole perle come quella in cui in pochi, brevi momenti, David Ramsey esprime al suo Team, come ha fatto, tutta la forza della sua ritrovata sincerità, il suo timore per il futuro, la sua paterna calma, il rimpianto per le scelte compiute ed infine la gratitudine per la reazione dei suoi amici alla verità.
https://www.youtube.com/watch?v=Hbz4Rm3Ejd0
La sesta stagione di Arrow va in onda negli Stati Uniti ogni giovedì su The CW.